Amleto, il danese
2005-10-15 07:56:44 UTC
L'ateismo tra gli scienziati italiani
Il diffuso ateismo tra gli scienziati, evidenziato dal recente articolo di
Nature non è un fenomeno
limitato agli Stati Uniti. In Italia, infatti, stando a una ricerca
pubblicata nel 1989 con il titolo Valori, scienza e trascendenza, la
percentuale degli scienziati che credono in dio (36,1%) è persino più bassa
di quella americana (39,3%).
Dalla summenzionata ricerca svolta in Italia è emerso un altro interessante
dato, che forse meglio di qualsiasi altro dimostra che l'ateismo è tanto più
diffuso quanto maggiore è la conoscenza scientifica, il che ovviamente
equivale a dire, in modo meno eufemistico ma più efficace, che la fede è
tanto più diffusa quanto maggiore è l'ignoranza delle leggi della natura.
Infatti, facendo un confronto tra gli italiani laureati in discipline
scientifiche e gli scienziati, che possono vantare un ulteriore iter di
formazione scientifica - in relazione alle varie tappe della carriera
accademico-professionale o degli impegni di ricerca - che li differenzia
sensibilmente dalla grande maggioranza dei laureati in discipline
scientifiche, è risultato che la percentuale dei credenti è di gran lunga
maggiore tra i semplici laureati (75,6%), quelli che non possono vantare un
ulteriore iter di formazione scientifica.
In mancanza di dati sicuri e aggiornati sulla percentuale di credenti tra la
popolazione italiana in generale, supponiamo che essa corrisponda a quella
americana, che è del 93%, come riportato nel recente articolo di Nature.
Attribuendo quella percentuale anche agli italiani, siamo certi di non
sbagliare per eccesso, visto che quasi tutti i mass media italiani, assidui
e fedeli portavoce del Vaticano, sembrano appartenere alla Santa Sede, non a
uno Stato laico e indipendente.
Considerando dunque attendibile il dato che il 93% degli italiani crede in
dio, si può notare che quella percentuale scende al 75,6% tra coloro che
hanno una laurea in discipline scientifiche e che essa crolla al 36,1% tra
coloro che possono vantare un ulteriore iter di formazione scientifica, gli
scienziati appunto. Quelle percentuali che scendono a picco col crescere
della conoscenza dimostrano meglio di qualsiasi discorso che la fede è
direttamente proporzionale all'ignoranza e che quest'ultima, perciò, è la
vera linfa vitale delle religioni.
Riccardo Baschetti
SITI UTILI:
www.uaar.it
www.razionalmente.net
www.nogod.it
http://liberoblog.libero.it/leggi_commenti.php?idn=bl1462.phtml
SITI INUTILI:
www.pittrice.com
Il diffuso ateismo tra gli scienziati, evidenziato dal recente articolo di
Nature non è un fenomeno
limitato agli Stati Uniti. In Italia, infatti, stando a una ricerca
pubblicata nel 1989 con il titolo Valori, scienza e trascendenza, la
percentuale degli scienziati che credono in dio (36,1%) è persino più bassa
di quella americana (39,3%).
Dalla summenzionata ricerca svolta in Italia è emerso un altro interessante
dato, che forse meglio di qualsiasi altro dimostra che l'ateismo è tanto più
diffuso quanto maggiore è la conoscenza scientifica, il che ovviamente
equivale a dire, in modo meno eufemistico ma più efficace, che la fede è
tanto più diffusa quanto maggiore è l'ignoranza delle leggi della natura.
Infatti, facendo un confronto tra gli italiani laureati in discipline
scientifiche e gli scienziati, che possono vantare un ulteriore iter di
formazione scientifica - in relazione alle varie tappe della carriera
accademico-professionale o degli impegni di ricerca - che li differenzia
sensibilmente dalla grande maggioranza dei laureati in discipline
scientifiche, è risultato che la percentuale dei credenti è di gran lunga
maggiore tra i semplici laureati (75,6%), quelli che non possono vantare un
ulteriore iter di formazione scientifica.
In mancanza di dati sicuri e aggiornati sulla percentuale di credenti tra la
popolazione italiana in generale, supponiamo che essa corrisponda a quella
americana, che è del 93%, come riportato nel recente articolo di Nature.
Attribuendo quella percentuale anche agli italiani, siamo certi di non
sbagliare per eccesso, visto che quasi tutti i mass media italiani, assidui
e fedeli portavoce del Vaticano, sembrano appartenere alla Santa Sede, non a
uno Stato laico e indipendente.
Considerando dunque attendibile il dato che il 93% degli italiani crede in
dio, si può notare che quella percentuale scende al 75,6% tra coloro che
hanno una laurea in discipline scientifiche e che essa crolla al 36,1% tra
coloro che possono vantare un ulteriore iter di formazione scientifica, gli
scienziati appunto. Quelle percentuali che scendono a picco col crescere
della conoscenza dimostrano meglio di qualsiasi discorso che la fede è
direttamente proporzionale all'ignoranza e che quest'ultima, perciò, è la
vera linfa vitale delle religioni.
Riccardo Baschetti
SITI UTILI:
www.uaar.it
www.razionalmente.net
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http://liberoblog.libero.it/leggi_commenti.php?idn=bl1462.phtml
SITI INUTILI:
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