Post by MarcelloPost by MarcelloModestamente, non mi sorprende che tu non abbia capito nulla, pur
essendo molto chiaro quanto Lori abbia scritto.
In altre parole Lori dice: "Le persone di buona volontà sono coloro che
fanno la volontà di Dio e compiono le sue opere".
Se poi chiedi qual'è la volontà di Dio; essa è una sola: "Amare Dio,
amare se stessi e il prossimo come se stessi, evitando di fare agli
quanto non si vuole che si venga fatto a se stessi", nota anche come
regola d'oro o aurea.
Se poi chiedi quali sono le opere di Dio, esse sono: "Misericordia verso
il prossimo, Pietà, Perdono, Umiltà e in generale tutto ciò che concorre
al bene, tutto ciò che non è parola ma fatto concreto".
E se ancora chiedi quale Dio? Io ti rispondo: il Dio più eccelso, quello
che tu rinneghi per eccellenza.
E se io ti chiedo le prove CONCRETE dell'esistenza di dio, tu che sei
esperto diista, me le darai subito, GIUSTO?
Sù, inizia con le prove, VAI!
Ciao
Gigio c'è
Ma io l'ho detto più volte. Gli altri non possono provare in termini
materiali l'esistenza di Dio, perchè Dio non è materia.
E' vivo quanto lo siamo noi, ma non è materia. Non segue le leggi
fisiche di questo universo come noi, pur essendo anche dentro
l'universo, ma segue altre leggi che sfuggono a noi per ovvie ragioni
(vedi altro post in cui citato l'esempio degli insiemi A e B).
Ciascuno però può provarlo a se stesso, "sintonizzandosi sulla sua
stessa frequenza" ovvero cercandolo con purezza di cuore e di intenti,
facendo ciò che Lui si aspetta da ciascuno di noi e a quel punto ti
accorgeresti della sua esistenza anche attraverso quelle cose che in
apparenza potrebbero apparire come mere coincidenze ma che in realtà non
lo sono.
Trovare Dio è un cammino spirituale dell'individuo e l'individuo deve
essere predisposto a voler compiere tale cammino in buona fede, perchè
diversamente non troverà nulla.
Non è autosuggestione, perchè certi eventi che attestano l'esistenza o
comunque la presenza di Dio attorno a te sono reali e palpabili con i
sensi e ti pongono nella condizione di esserne certo al di la di ogni
ragionevole dubbio.
CP
Quello che dici può anche essere credibile. Ma quello frega voi religiosi "primitivi" è la negazione a-priori del cammino della ragione e della Sapienza come cammino UNIVERSALE alternativo a quello SOLO INDIVIDUALE della fede per giungere a Dio. E questa vostra cecità vi impedisce di capire che la vera salvezza, quella futura, COLLETTIVA e definitiva dell'umanità, deriverà proprio dalla realizzazione di questo secondo cammino. L'incarnazione del Logos significa l'espressione del Principio divino in un Principio della Conoscenza umana e quindi la possibilità per l'uomo di guardare al mondo con gli occhi di Dio e di svelare, in prospettiva, ogni segreto della natura e di godere di ogni ricchezza che essa tiene in serbo per noi.
In altre parole, la vera Salvezza non è SOLO quella dello spirito, ma quella del CORPO e dello spirito.
Se hai tempo, leggiti questo mio scritto e poi fammi sapere.
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Questo è il Grande Sigillo della dichiarazione di Independenza degli U.S.A., rappresentato anche nelle banconote da un dollaro.
Loading Image...Sembra un’innocente immagine ornamentale, mentre in realtà rappresenta una vera e propria tesi teologico-filosofica.
Tutti sanno che il triangolo simbolizza la Trinità divina, cioè Dio; ma pochi sapranno che, essendo l’occhio un simbolo di conoscenza, il triangolo rappresenta, più propriamente, la Sapienza divina, la Verità ultima, cioè il Logos.
Infatti, “conoscere” significa costruirsi un’immagine adeguata delle cose, cioè significa trasformare il mondo oggettivo in immagini concettuali fedeli e rigorose che lo rappresentino nella mente del soggetto, o nel libro della Conoscenza. Ma “trasformare il mondo in immagini” corrisponde, in senso proprio, alla funzione specifica della vista, di cui l’occhio, appunto, è l’organo deputato. In questo senso, il processo conoscitivo è una analogia molto calzante del processo visivo; una analogia che è ancora più compiuta se consideriamo che la conoscenza, intesa nel suo senso più evoluto, non è una semplice lista di dati o fenomeni o verità oggettive, ma si eleva fino all’astrazione soggettiva dell’ordine che li relaziona, cioè delle leggi e dei principi che li governano. Come scrive il matematico J. Henri Poincaré:
"La scienza è fatta di dati come una casa di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una casa."
Così come lo scienziato non si limita a catalogare passivamente gli eventi che osserva, ma li ordina facendo convergere la loro molteplicità disordinata verso l’unità di leggi e principi, nello stesso modo l’occhio non si limita a ricevere passivamente la luce del mondo, ma ordina i suoi raggi facendoli convergere in un unico punto focale (pupilla) dal quale si proietterà l’immagine sulla retina. Senza questo punto di convergenza, non si formerebbe mai alcuna immagine perché la retina sarebbe solo illuminata da una luce uniforme.
Così, l’immagine ottica diventa la metafora NON di un generico sapere, ma di quella conoscenza compiuta che non è una semplice rappresentazione delle cose, ma la rappresentazione del loro ordine. Le cose, gli eventi, i fenomeni sono dati, ma il loro ordine deve essere astratto da una mente attiva e creativa la quale, attraverso la conoscenza di quest’ordine e del principio che lo regge, illumina il mondo, e ne svela i misteri.
E’ l’occhio radiante del Sigillo che corrisponde con l’occhio del sapiente o con l’occhio del Principio ultimo, del Grande Architetto che tutto crea, misura e illumina e da cui emana l’intera Totalità (la piramide). Oppure è l’occhio dell’Intelletto, che da un lato rivece “la luce dei fatti” e la trasforma in immagini, mentre dall’altro lato, ordinando i fatti attraverso leggi e principi, chiarisce il senso delle cose e, illuminandole, scrive il libro della conoscenza.
La piramide, insieme ad altri motivi simbolici come la montagna, l’albero, la croce, la sfera, il tempio, ecc., è un simbolo della totalità cosmica e, pertanto, il Sigillo nel suo insieme rappresenta il cosmo con al vertice il Principio ordinatore quale “pietra angolare”.
Ciò ricorda quanto scrive Paolo in Efesini, 2:20:
“Voi siete un edificio costruito sulle fondamenta degli apostoli e dei profeti, del quale Gesù è la principale pietra angolare”.
Del resto, cos’è Cristo, se non l’incarnazione umana del Principio Ultimo? L’assimilazione Cristo/pietra angolare qui è rafforzata dalla forma triangolare che allude alla trinità di Cristo. Infatti, nell’Apocalisse (1:16) Cristo è identificato con il Logos-Verità “...il cui volto risplende come il sole”. Si legge nel Dizionario dei Simboli Rizzoli (Vol.2, pg. 216-217):
“La pietra angolare in realtà è la pietra della cima. E’ la pietra della completezza, della coronazione; è il simbolo di Cristo sceso dal Cielo per portare a compimento la Legge. (...) E’ la pietra-PRINCIPIO, la pietra della Sapienza e della Conoscenza”.
Loading Image...Scrive R. Guénon:
“Nelle chiese bizantine, la figura del Pantokrator o del Cristo “in maestà” occupa nella volta la posizione centrale che corrisponde, precisamente, all’“OCCHIO” della cupola”. [R. GUÉNON: Simboli della Scienza sacra – pg. 311]
L’iscrizione Novus Ordo Seclorum (Nuovo Ordine dei Tempi) evoca i versetti biblici di Giovanni:
“...E vidi un nuovo cielo e una nuova terra. ...E vidi la nuova Gerusalemme scendere dal cielo vestita come una sposa ornata per il suo amato. ...La tenda del Signore è con il genere umano e Dio risiederà con essi. ...E colui che stava seduto sul trono disse: “Faccio nuove tutte le cose. Io sono l’Alfa e l’Omega, il PRINCIPIO e il Fine”. (Apocalisse, 21:1- 6):
In un simbolo alchemico del 1.600 troviamo una variante dello stesso significato del Gran Sigillo. In esso è rappresentata la sfera del Cosmo, nel cui centro brilla l’occhio radiante del Principio.
Loading Image...Mentre nel Gran Sigillo il carattere di fondamentalità del Principio è rappresentato dalla sua posizione di vertice della piramide, in questa figura è espresso come centralità: l’occhio radiante è posto nel centro della sfera in modo che “nusquam tenebrae”, “in nessun luogo ci saranno le tenebre”. Grazie al Principio, i misteri del mondo saranno rivelati, conformemente alla promessa evangelica: “Non c’è niente di occulto che non sarà rivelato, né segreto che non sarà conosciuto” (Luca, 12:2).
Di fatto, il Principio è un punto di vista universale, il punto di riferimento ultimo, l’occhio di Dio nel centro del mondo.
Scrive Pico Della Mirandola:
“Ti ho posto nel centro del mondo affinché da lì tu potessi scorgere tutto ciò che c’è nel mondo”. [Oratio de homini dignitate, fol. 131 r]
L’analogia tra piramide e sfera è anche rigorosamente geometrica, perché geometricamente la sfera equivale a una piramide: dobbiamo immaginare una piramide la cui base si estenda incurvandosi intorno al proprio vertice fino a richiudersi e a formare una superficie sferica centrata nel vertice stesso. Infatti, il volume della piramide è uguale a *b x h : 3* (area di base x altezza diviso 3) che nella sfera diventa *s x r : 3* (superfice sferica x raggio diviso 3). Non è difficile rendersi conto che si tratta della stessa formula, nella quale b diventa s e h diventa r.
Nel Grande Sigillo il carattere trascendente-metafisico del Principio è sottolineato dalla separazione del vertice, mentre nella figura alchemica dal fatto che in una sfera il centro trascende la superficie pur essendo la sua origine (in geometria il centro di un cerchio è detto anche “origine”).
Per capire più da vicino quale sia il Principio a cui allude la simbologia, dobbiamo osservare un particolare di un’altra figura alchemica (Ars magna lucis et umbrae di A. Kircher, 1665 - Fig. 3)
Loading Image...in essa l’”occhio-Principio” è collocato proprio sulla cima del Caduceo che è nella mano destra di Hermes-Mercurio, dio dell’Alchimia e simbolo occidentale della Complementarità degli opposti (il corrispondente orientale è il cerchio taoista del Yin-Yang).
Ed è sorprendente ciò che scrivono gli storici Guénon e Chevalier&Geerbrant. Dice Guénon:
“E’ forse una semplice coincidenza la somiglianza che ha il nome Hermes con la parola Haram che in arabo designa la Piramide?
Hermes è chiamato anche «El-muthalleth bil-hikam», letteralmente «triplo nella sapienza», che equivale all’epitteto greco Trismegisto», cioè, «tre volte grande».
E’ interessante notare che la parola muthalleth designa anche il triangolo. (…) Alcuni studiosi attribuiscono un’importanza considerevole al fatto che la Grande Piramide non sarebbe mai stata terminata; effettivamente manca il vertice, e tutto quello che si può dire in proposito è che i più antichi autori di cui abbiamo testimonianza la descrivono tronca com’è oggi”. [R.GUÉNON: Forme tradizionali e cicli cosmici - pp.121-2]
Scrivono Jean Chevalier e Alain Geerbrant:
“Si attribuisce a Hermes Trimegisto l’idea secondo cui la cima della piramide rappresenterebbe il “Verbo demiurgico, Potenza prima procedente dal Padre e che governa tutte le cose”. Al termine dell’ascensione piramidale, l’iniziato aspetterebbe l’unione col Verbo, così come il faraone defunto si identifica con il Dio immortale”. [CHEVALIER & GEERBRANT: Dizionario dei simboli, II - pag. 232]
Possiamo giungere alla stessa idea di un’imminente “incarnazione” del Principio anche a partire dal mito biblico di Adamo, sempreché si esca dalle ristrettezze interpretative classiche del cristianesimo.
In tutte le tradizioni l’Albero del Paradiso, o Albero Cosmico, o Albero della Conoscenza, o Albero sacro (si veda l’Albero dell’Illuminazione del Budda, l’Albero della Conoscenza indù, l’Albero sciamanico della guarigione, ecc.) rappresenta la dimora di Dio in terra nel “Centro del mondo” e i suoi frutti simbolizzano i doni del Cielo.
Ma allora perché nel mito dell’Eden si associa il frutto della conoscenza con il dramma della caduta nel peccato? Com’è possibile che il frutto di un Albero sacro posto nel centro del Paradiso Terrestre, provochi l’allontanamento dell’uomo da Dio?
La risposta non può trovarsi, naturalmente, nell’equiparazione dottrinaria cattolica tra il serpente e il male assoluto, poiché anche il serpente simbolizza tradizionalmente l’incarnazione del principio divino, sia pur nella sua forma più primitiva, enigmatica, ambigua. Infatti, la sua lingua è biforcuta e il suo veleno può anche essere medicina. Tanto che nell’Antico Testamento il serpente di bronzo che Mosè innalza come strumento “magico” di guarigione dal morso dei serpenti è considerato dalla stessa esegesi cristiana come una prefigurazione del Cristo Redentore (vedi figure: Bronzino, sec. XVI + moneta coniata da Gerolamo da Magdeburgo - sec. XVI).
Loading Image...Loading Image...La risposta al problema della “caduta” e del “peccato” associati alla Conoscenza comincia a delinearsi solo se riflettiamo su due dati importanti:
1 - sul fatto che la forma di conoscenza più matura ed evoluta che l’uomo abbia mai raggiunto, cioè la Scienza, ha abbagliato la cultura umana di questi ultimi tre secoli conducendola al materialismo, al razionalismo estremista e all’ateismo come fenomeno di massa;
2 - sulla capacità dei grandi archetipi mitologici, da sempre, di prefigurare o predire simbolicamente il futuro.
Coniugando queste due considerazioni, il mito del “peccato originale” può essere visto, allora, come la prefigurazione dell’incontro dell’uomo con la Scienza e col suo pericoloso potere desacralizzante.
E’ la Scienza che, sotto metafora, ha allontanato Adamo da Dio; e sarà il “secondo Adamo”, cioè Cristo, che curerà questa forma di conoscenza “peccaminosa” e la eleverà alla perfezione del Logos, alla meta della Verità definitiva e redentrice.
Ed effettivamente Cristo è considerato biblicamente come il “secondo Adamo:
“Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. (1 Corinti,15:22)
“Il primo uomo Adamo divenne anima vivente. L’ultimo Adamo divenne spirito vivificante. Il primo è ciò che è fisico, l’ultimo ciò che è spirituale”. (1 Corinti,15:45)
Così come Adamo, per mezzo dell’Albero della Conoscenza allontanò l’umanità da Dio, Cristo, il Logos, per mezzo dell’Albero della Croce, la ricondurrà di nuovo al suo Principio creatore.
Sono molto numerose, specie nel Rinascimento, le raffigurazioni di Gesù crocifisso sui rami di un albero.
Loading Image...Loading Image...Loading Image...Loading Image...Loading Image...Nella parte inferiore del seguente dipinto (Cristo sull’Albero della Vita, di P.
Loading Image...da Bonaguido, sec. XIV), è infatti riassunta (a mo’ di miniatura) la Genesi in sette scene, dalla creazione al peccato originale.
Inoltre, esistono leggende medio-orientali secondo le quali la Croce fu eretta nello stesso luogo in cui era piantato l’Albero della Scienza:
"Secondo il libro siriaco La caverna dei tesori, Adamo fu creato al centro della terra, nello stesso punto ove era destinata a sorgere la Croce di Gesù. Le stesse tradizioni si sono conservate nel giudaismo. L'apocalisse giudaica e le misdrah shim precisano che Adamo fu plasmato a Gerusalemme; poiché fu sepolto nel punto stesso dove era stato creato, cioè nel centro del mondo, sul Golgota, il sangue del redentore lo riscatterà direttamente". [M. ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pg.390]
«Nel¬la regione in cui andiamo scenderà e vivrà il Logos di Dio e sopra il luogo in cui riposerà il mio corpo egli sarà cro¬cifisso, si che il vertice del mio capo sarà irrigato dal suo sangue». [ La caverna dei tesori]
Vedi le seguenti figure:
il Crocefisso sulla tomba di Adamo:
Loading Image...il sogno della Vergine (di Michele di Matteo):
Loading Image...“Crocifisso dipinto” e un particolare (Alberto Sotio, 1187):
Loading Image...Loading Image...Nella seguente incisione di P. Langer, oltre al teschio di Adamo, compaiono anche il serpente tentatore e il frutto del “peccato”.
Loading Image...Cosicché, al frutto velenoso e fuorviante del Primo Albero si alterna il frutto risanatore e redentore del Secondo Albero, l’Albero della Croce. Al primo mito biblico fa da contraltare l’ultimo, nel quale è portato a compimento il cammino iniziato in Adamo. Questa dualità è sottolineata anche da M. Eliade e da Chevalier & Geerbrant (Dizionario dei simboli, Vol. 1, pg.23):
"Nel centro del Paradiso stavano l'Albero della Vita e l'Albero della Scienza del bene e del male (…) Cos’è l'Albero della Vita? È un doppione dell'Albero della Scienza, oppure, come credono alcuni studiosi, l'Albero della Vita era «nascosto» e sarebbe diventato identificabile, e quindi accessibile, soltanto nel momento in cui Adamo avesse conseguito la scienza del bene e del male, cioè la sapienza? Noi incliniamo per questa seconda ipotesi. L'Albero della Vita può dare l'immortalità, ma non è affatto facile trovarlo; è nascosto, come ad esempio l'erba dell'immortalità che Gilgamesh cerca in fondo all'oceano; oppure è custodito da mostri, come le mele d'oro del giardino delle Esperidi. La coesistenza dei due alberi miracolosi - l'Albero della Scienza e l'Albero della Vita - non è tanto paradossale quanto parrebbe a prima vista. La ritroviamo in altre tradizioni arcaiche: sull'ingresso orientale del Cielo, i Babilonesi ponevano due alberi, quello della Verità e quello della Vita; e un testo di Ras Shamra ci dice che Alein concede a Ltpn la sapienza e l'eternità insieme". [M. ELIADE: Trattato di storia delle religioni - pp.297-8]
“L’Albero della scienza è lo strumento della caduta di Adamo e si dice che servì anche a costruire la croce di Cristo spesso assimilata a sua volta all’Albero della Vita, che diventa così anche strumento di redenzione. (…) L’albero della Vita concerne solo coloro che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello (Apocalisse 3:7, 22:2). Così l’albero di vita della prima alleanza annuncia la Croce della seconda alleanza; l’albero di vita della Genesi prefigura la Croce e la morte di Cristo, che è già l’albero-croce. (…) Per espiare la colpa di Adamo, una sanguinosa vittima umana è legata all’albero della Vita. Questa concezione si ritrova in un Passionario slesiano del XV secolo”. [CHEVALIER & GEERBRANT: Dizionario dei simboli, vol. 1 - pg. 23/30]
Questa dualità Adamo-Cristo viene sottolineata in modi diversi anche dalle figure seguenti. In questa (una miniatura del sec. XV):
Loading Image...il Cristo risorto, il “secondo Adamo” tiene per mano il primo Adamo in segno di riconciliazione e di redenzione dell’intero genere umano.
Nella “Tentazione” di Michelangelo:
Loading Image...la dualità è solo simbolizzata nella coppia di serpenti attorcigliati, a mo’ di caduceo, nel tronco dell’Albero della Conoscenza: il serpente femminile porge il frutto della “tentazione” e il maschile caccerà i due “peccatori” dall’Eden.
Questa realizzazione solo a metà del Caduceo sembra confermare simbolicamente l’idea che la Scienza non corrisponda con la meta finale, ma solo con il “primo tempo” del cammino umano verso il Logos finale: è il principio, l’Alfa, in viaggio verso l’Omega. Un viaggio da esuli dopo la cacciata dall’Eden, un percorso non più illuminato dalla presenza di Dio, ma dalla luce della Ragione. E’ l’Illuminismo ateo e razionalista.
Ma esistono altre convergenze su questo medesimo significato. Per esempio, la Pietra filosofale dell’Alchimia si configurava anche come il frutto dell’Albero filosofico, cioè come conquista dell’intelletto e come Principio logico-filosofico.
E il cerchio si chiude ancora una volta considerando che gli alchimisti identificavano la Pietra filosofale sia con Mercurio-Ermes (la loro arte era detta anche “Ars Ermetica”), che con Cristo che essi chiamavano “Filius philosophorum”. Inoltre, il Mercurio-Pietra filosofale era considerato il “Redemptor spiritus et naturae”, cioè il redentore dello spirito e della natura”.
Infine, nella figura (Eleazar, 1760):
Loading Image...è rappresentato il “Serpens mercurialis”, un altro dei simboli della Pietra filosofale, che si collega ancora al biblico serpente di bronzo innalzato da Mosé; due facce della stella medaglia:
http://3.bp.blogspot.com/-5zQFp1kWkHw/TdZtIvYz8DI/AAAAAAAAABU/zQWTI0J2F5A/s1600/SERPENTE.JPG